Sommario





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UNA NUOVA SFIDA

Grazie,
vorrei innanzitutto ringraziare gli Associati ACB per aver voluto ancora una volta affidarmi il compito di rappresentarli confermandomi al vertice della Associazione. La situazione politica ed economica nazionale si presenta alquanto complicata e instabile.


L’economia, nonostante alcuni segnali positivi, stenta a riprendere un livello apprezzabile, la confusione politica che regna nel nostro Paese non ne facilita il compito, gli investitori stranieri mostrano ancora scarsa fiducia nelle aziende italiane, nonostante i nostri imprenditori siano considerati tra i migliori in tema di ricerca di nuove tecnologie e di innovazione dei prodotti, manca comunque la disponibilità ad investire ed è facile identificarne le ragioni.

Rimane la speranza che i segnali positivi che arrivano da alcuni settori del sistema Italia contribuiscano a rafforzare la credibilità e offrano la possibilità alle nostre aziende di affermare sempre più il prodotto italiano nel mondo.

In questi ultimi tempi si è molto parlato di innovazione tecnologica applicata ad alcuni settori in particolare alla domotica, automotive, allo sviluppo di internet e al cyber risk, problematiche che acquisiscono ogni giorno maggiore rilevanza.

Il mondo dell’intermediazione è rimasto per troppo tempo al di fuori di tale sviluppo tecnologico.

E’ pur vero che la nostra professione si basa essenzialmente su esperienza e preparazione professionale, ma è ormai inevitabile doverci evolvere tecnologicamente utilizzando gli strumenti che ci vengono messi a disposizione, tramite i quali aggiornare le nostre conoscenze, conoscere meglio le funzionalità del mercato e nondimeno ridurre i costi di gestione delle nostre aziende, che con il passare del tempo sono diventati sempre più importanti.

Cosa ci aspetta nel futuro?
Come tutti sappiamo, siamo prossimi ad un cambiamento epocale della nostra professione: l’entrata in vigore della normativa europea e dei regolamenti ad essa correlati inciderà sulla nostra attività quotidiana in termini sia culturali sia organizzativi e ci “costringerà” ad affrontare il nostro lavoro con una professionalità anche maggiore di quella che sinora è stata messa in campo.

Il 2018 sarà comunque un anno intenso dal punto di vista dei cambiamenti regolamentari e non solo: oltre alla IDD, e a tutto ciò che comporterà, ci troveremo a misurarci con le nuove disposizioni in merito alla privacy, alla gestione dei dati, alle indicazioni di IVASS sui cyber risk, con una conseguente necessità di riorganizzazione delle nostre aziende per adeguarsi all’evoluzione delle situazioni.

Dovremo anche affrontare le tematiche relative alle disposizioni in materia di RC Auto; come ben sapete sono uscite recentemente le nuove regolamentazioni conseguenti al Decreto Legge sulla Concorrenza, che riguarda principalmente il settore automotive in merito agli sconti previsti, al “Preventivatore” IVASS, alla scatola nera, ecc.; e verso fine anno è prevista la nuova normativa sull’antiriciclaggio che introdurrà certamente delle variazioni inerenti la nostra attività.

Dovremo lavorare ed impegnarci perché desideriamo che l’Associazione si sviluppi crescendo e offrendo sempre più servizi ai propri associati: il nostro mondo cambia e con l’entrata in vigore della nuova IDD i cambiamenti saranno ancora più incisivi, comportando modifiche per le nostre aziende e costringendoci a una mentalità professionale diversa.

Dovremo affrontare il mercato tenendo conto delle novità e delle nuove metodologie di offerta, non dimenticando che sempre più player si affacceranno al mercato, compresi quelli della grande distribuzione.

La digitalizzazione si sta affermando sempre di più e stanno nascendo nuove realtà, dovremo ancor più convivere con l’insurtech, con impatti sempre più ampi sul mercato tradizionale: con quali conseguenze per il nostro settore?

La IDD ci offre comunque una grande opportunità: quella di cambiare il nostro modo di essere e di diventare sempre più consulenti e professionisti, di offrire al cliente un servizio veramente a 360 gradi sostenendolo nelle sue esigenze e nelle sue richieste, facendo in modo che coloro che hanno investito nelle aziende abbiano la sicurezza che il loro investimento, nella malaugurata ipotesi di un evento dannoso, non vada perduto.

La nostra Associazione si impegnerà per aiutare i propri Associati nel raggiungimento di questi obiettivi, mettendosi a disposizione con le proprie risorse e realizzando strumenti che possano contribuire ad aumentare il grado di penetrazione e presenza nel mercato.

Abbiamo molti programmi: vorremmo poter dare un servizio personalizzato con visite mirate presso le aziende associate per ottimizzare la compliance; per la gestione della nuova privacy; per la raccolta di dati e informazioni necessari per una attività di risk management; per gestire in maniera efficiente le conseguenze delle nuove normative.

Il cambiamento deve essere parte di noi se vogliamo restare sul mercato e migliorare la nostra posizione, dobbiamo essere consapevoli che il domani non deve farci paura a patto che si sappia realizzare ciò che la nostra attività sempre più ci chiede: essere professionisti ed organizzati.

Dobbiamo anche cercare possibilità di collaborazione e sinergie che ci consentano da una parte di offrire sempre una consulenza mirata, dall’altra di ottimizzare gli oneri di gestione, che purtroppo nella nostra realtà continuano ad aumentare per effetto sia delle normative sia dell’aumento dei costi globali.

Ecco tutto questo è ciò che ci attende nel prossimo futuro e vi posso confermare che ACB si adopererà per valorizzare il ruolo del Broker qualunque dimensione esso abbia.

Noi desideriamo che gli associati ACB siano Professionisti e sappiano rispondere alle esigenze del mercato e soprattutto siano in grado di fornire risposte adeguate alle richieste dei clienti.

Buon lavoro a tutti e vi aspettiamo in ACB

Luigi ViganottiPresidente ACB






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L’ OFFICINA DEL SAPERE – Formati ed informati

Il calendario dei Corsi preparati sui temi più importanti e di attualità del mondo assicurativo , senza tralasciare l'aggiornamento per gli addetti ai lavori.
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Tel. 02 – 89058102 info@acbbroker.it


AGGIORNAMENTO

MASTER CLASS

FORMAZIONE

Programma del corso e-learning formazione 60h
Regolamento Ivass n°6/2014

Area giuridicaModuli
Impresa di assicurazione e riassicurazione – condizioni di accesso e di esercizio
La Vigilanza assicurativa
Regole generali di comportamento degli intermediari
Contratto di assicurazione e di riassicurazione
Tutela del consumatore e Codice del consumo
Antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo
Principi generali sul sistema finanziario e sull’intermediazione del credito
Area tecnica assicurativa e riassicurativaModuli
Classificazione per rami di attività
Assicurazione Vita
Assicurazione Infortuni
Assicurazione Malattia
Assicurazione RCA
RCA e CVT
Assicurazione trasporti
Assicurazione Incendio e altri danni
Rischi tecnologici
Responsabilità civile
RC Prodotti
RC Professionale
Le Polizze D&O
Assicurazione Crediti
Assicurazione Cauzioni
Perdite pecuniarie
Tutela legale
Assistenza
Elementi tariffari
Elementi di tecniche di analisi dei rischi
Trattamento fiscale dei vai tipi di polizze vita e pensionistiche
Area amministrativa e gestionaleModuli
Ciclo operativo ed economico delle imprese di assicurazione e riassicurazione
Elementi di contabilità
Attività e Gestione dell’intermediario
Gestione dei sinistri
Gestione dei rapporti d’intermediazione con clienti
Marketing e tecniche di comunicazione
Analisi e Prospettive
Area informaticaModuli
Navigazione web e utilizzo di internet
Strumenti di Office Automation
Area riassicurativaModuli
Riassicurazione
Area aggiornamentoModuli
Rischi catastrofali
Terrorismo
M&A
Reputazionali
Cyber Risk
Adeguatezza


I Roadshow di ACB








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PREMI DI RISULTATO E WELFARE AZIENDALE: ARRIVA IL CHIARIMENTO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

L’Agenzia delle Entrate con la circolare del 29 marzo 2018 è intervenuta per chiarire alcuni aspetti pratici aventi ad oggetto l’applicazione delle disposizioni in materia di detassazione dei premi di risultato.
Negli ultimi anni infatti il legislatore si è preoccupato di incentivare l’accesso a prestazioni come la cura della persona e la conciliazione lavoro-famiglia e tale opera ha riguardato di recente anche i premi di risultato in favore dei dipendenti.


Preliminarmente vediamo in sintesi alcuni degli ultimi interventi normativi previsti dalle leggi di stabilità relativi al premio di risultato:

  • - legge 28 dicembre 2015, n. 208 c.d. legge di Stabilità 2016: è stato previsto, per i dipendenti che percepiscono un reddito di lavoro non superiore a 50.000 euro, un regime fiscale agevolato consistente in un’imposta sostitutiva IRPEF del 10 per cento da applicare sui premi di risultato collegati ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, per un importo complessivo di euro 2.000 lordi. Se l’azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro il beneficio è stato elevato a euro 2.500.
  • - legge 11 dicembre 2016, n. 232 c.d. Legge di stabilità 2017: sono stati innalzati gli importi dei premi erogabili da 2.000 a 3.000 euro nella generalità dei casi e da 2.500 a 4.000 per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Si innalza la soglia di reddito per accedere alla tassazione agevolata da 50.000 a 80.000 euro.
  • - È stata inoltre prevista la conversione del premio di risultato in contributi alla previdenza complementare ovvero alla contribuzione assistenza sanitaria ovvero in azionariato a fronte di una totale deducibilità dal reddito di lavoro dipendente.
  • - Attraverso lo strumento della sostituzione il welfare di produttività può comprendere anche prestazioni di welfare aziendale in favore dei lavoratori.

Come anticipato, in riferimento alle disposizioni richiamate dalle leggi di stabilità, la circolare dell’Agenzia delle Entrate chiarisce alcuni importanti aspetti di ordine pratico. In particolare, l’Agenzia ha chiarito sulle seguenti tematiche:

Sanzioni per ritardi

Secondo l’Agenzia nel caso in cui il datore di lavoro abbia accertato il raggiungimento dell’obiettivo solo dopo la data di effettuazione del conguaglio delle ritenute egli dovrà emettere una nuova Certificazione unica, in base alla quale il lavoratore dipendente potrà applicare l’imposta sostitutiva sugli acconti o anticipazioni dei premi di risultato in sede di dichiarazione dei redditi.
L’Agenzia inoltre chiarisce che, in tale ipotesi, l’invio tardivo della nuova Certificazione unica non comporterà l’applicazione di sanzioni stante che il ritardo non è causato da un’inadempienza del datore di lavoro, ma dalla necessità di verificare la spettanza dell’agevolazione in un momento successivo ai termini ordinari previsti per l’invio delle certificazioni.

Gruppi societari e verifica degli obiettivi

Il beneficio fiscale può essere riconosciuto anche nell’ambito dei gruppi societari nell’ipotesi in cui la contrattazione collettiva aziendale subordina l’erogazione del premio di risultato al raggiungimento di un obiettivo di gruppo Il presupposto, chiarisce l’Agenzia, è che i rapporti di lavoro siano gestiti, nell’ambito del Gruppo, in maniera unitaria ed uniforme. Oltre a ciò è necessario che la contrattazione collettiva per tutte le aziende del Gruppo sia gestita in maniera centralizzata in capo ad una sola società (normalmente la capogruppo).

Il limite dell’importo che può essere soggetto ad imposta sostitutiva è riferito al singolo periodo di imposta. L’Agenzia ricorda che l’importo massimo delle somme agevolabili è adesso di 3.000 euro lordi al netto de contributi previdenziali (prima era di 2.000 euro). Il limite, per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro, passa da 2.50 a 4.000 euro ma ciò vale per i contratti stipulati fino al 24 aprile 2017. Per i contratti stipulati dopo tale data il Dl n. 50/2017 ha previsto, in luogo dell’innalzamento del limite di premio agevolabile, una riduzione di venti punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico del datore di lavoro per il regime relativo all’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti su una quota di premio agevolabile non superiore ad euro 800. La norma consente al lavoratore di non versare i contributi a proprio carico su questo importo. Infine, viene chiarito che il nuovo limite di reddito per usufruire del beneficio fiscale, ovvero 80.000 euro, si applica ai premi erogati nel 2017, anche se maturati precedentemente.

La conversione del premio

SI ricorda la possibilità di sostituire il premio, se ciò è previsto dal contratto aziendale o territoriale, di anche con prestazioni indicati dall’art. 51 comma 4 del Testo unico delle imposte dirette (TUIR).
Si può quindi usufruire del premio di risultato con benefit quali utilizzo dell’auto aziendale, prestiti concessi da parte del datore di lavoro, fruizione dell’alloggio.

Giovanni Marra







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RISCHI INDUSTRIALI ED INCENDI: IMPORTANTI AREE DI LAVORO PER LA PREVENZIONE

Tra le complesse attività di protezione ambientale nelle quali ARPA Lombardia deve esprimere il proprio contributo, quella delle emergenze di “origine antropica”, collegate di conseguenza ad attività umane, industriali, civili, di trasporto, occupa uno spazio particolarmente rilevante. Non per la frequenza o per quantità di risorse investite, ma perché un’emergenza ambientale può creare situazioni di rischio acuto o di impatto di lungo periodo che è valso la pena di considerare come fattori strategici nell’organizzazione della risposta alle emergenze di ARPA Lombardia.


ARPA, infatti, dispone di un Servizio di risposta alle emergenze, dotato anche di reperibilità 24h – 365 giorni, che rappresenta un tassello decisivo nel complesso dei soggetti che operano per fare fronte a emergenze ambientali.

Il ruolo di ARPA è complementare rispetto a quello delle forze di primo soccorso, come VVF e AREU, e integrato con quelle del sistema sanitario, per la gestione del quadro del rischio sanitario, oltre ad essere di supporto alle autorità di protezione civile: il Prefetto ed il Sindaco del territorio interessato.

Nel corso del 2017 ARPA Lombardia ha ricevuto 961 segnalazioni, smistate dalla Sala Operativa della Protezione Civile di Regione Lombardia, di cui 617 sono state quelle effettivamente prese in carico e che, a loro volta, hanno generato interventi, molti dei quali destinati a prolungarsi nel tempo.

Gli elementi di danno ambientale visibili ed evidenti nelle prime ore dopo un incidente, che evolve in emergenza ambientale, quali fumi, colorazioni ed inquinamenti delle acque, spandimento di sostanze sui suoli, possono essere solo, infatti, i primi indicatori di situazioni di pericolo magari persino più intenso nelle fasi successive in un incidente.

Ad esempio, lo sversamento di sostanze può generare danni all’ecosistema che possono permanere per anni, lo sversamento di sostanze sul suolo può produrre la contaminazione delle falde idriche in maniera da mettere a repentaglio il loro normale uso. Queste condizioni di contaminazione ambientale possono raggiungere livelli tali da essere considerate, nella lettura della L. 68/2015 “Ecoreati”, condizioni di “inquinamento ambientale” o di “disastro ambientale”, con conseguenze legali particolarmente rilevanti a carico degli implicati in queste situazioni.

Di conseguenza, per quanto riguarda i propri impegni, gli imprenditori, nel considerare le azioni di salvaguardia da porre in atto per impedire situazioni emergenziali, devono avere la consapevolezza di tutte le conseguenze, nello spazio e nel tempo, di un possibile incidente, per avere l’esatta misura dell’importanza di ogni adeguata e proporzionata azione di prevenzione che è effettivamente opportuno porre in atto.

Sebbene la Legge determini specifici obblighi e azioni di controllo solo per determinate classi di aziende, quali le “aziende a rischio di incidente rilevante (RIR) (D.Lgs. 105/2015), è del tutto evidente che è sempre opportuna una adeguata analisi e gestione dei rischi delle attività produttive, commerciali, logistiche, di trasporto esercitate.

Alcuni casi particolari

Tra le segnalazioni smistate nel 2017 dalla Sala Operativa della Protezione Civile di Regione Lombardia ad ARPA Lombardia, ben 61 sono quelle relative ad incendi, con ciò rappresentando un decimo del totale delle emergenze gestite nell’anno.

Detti incendi, a loro volta, hanno riguardato largamente impianti di trattamento/smaltimento o depositi – autorizzati o abusivi – di rifiuti; si tratta di un fenomeno che, negli ultimi anni, sta conoscendo un preoccupante incremento anche in Lombardia e alcuni di questi hanno ricevuto una spiccata attenzione mediatica, dovuta anche alla preoccupazione dei residenti nelle zone limitrofe, spesso densamente abitate.

Sull’argomento si segnala l’interessamento, tra gli altri, anche della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (la cosiddetta “Commissione Ecomafie”) che, a inizio dicembre 2017, ha visitato alcuni dei siti coinvolti dagli incendi più importanti: un impianto di trattamento e recupero rifiuti di Mortara (Pavia) incendiatosi il 6 settembre 2017; il deposito rifiuti a Cinisello Balsamo (Milano), andato a fuoco il 2 ottobre 2017 (a luglio un altro deposito dello stesso gruppo era bruciato a Bruzzano, sempre nel milanese); e infine una discarica per rifiuti speciali a Bedizzole (Brescia) che è stata soggetta a diversi incendi nell’arco di pochi mesi.

Conclusioni.

La capacità di prevenzione e gestione di situazioni di emergenza, qualsiasi ne sia l’origine, è in qualche modo l’indicatore della maturità della società nel suo complesso e delle singole attività imprenditoriali.

Le situazioni incidentali, per loro stessa natura, non sono eliminabili in assoluto ed a priori, ma la capacità di analisi del rischio può ridurne la probabilità in modo estremamente significativo e mitigare enormemente le conseguenze degli eventi che, residualmente, è impossibile escludere del tutto.

Purtroppo, proprio per la densità di attività produttive della Lombardia e per la sua grande capacità di generazione di reddito, anche nel nostro territorio si assistono a fenomeni che non possono essere considerati “incidenti”, ma conseguenze di azioni dolose che intervengono in modo parassita nella “catena del valore” generato nella nostra regione. Motivo di più per gli imprenditori per prestare attenzione, ad ogni livello, a tutti gli elementi operativi, organizzativi, di programmazione, di localizzazione che caratterizzano la propria Azienda, non solo per quanto concerne i “cicli interni” aziendali, ma anche tutti gli elementi a monte ed a valle delle proprie attività, specie per quanto concerne il ciclo dei rifiuti.

Giuseppe Sgorbati - Lorenzo Bonardi
ARPA Lombardia







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QUESITO IN MATERIA DI SEPARAZIONE PATRIMONIALE

A seguito della Lettera al Mercato di IVASS del 6 novembre 2017 ed ai chiarimenti in tema di separazione patrimoniale, sono sorti alcuni dubbi interpretativi in merito all’applicabilità dell’art. 117 del CAP alle somme riscosse dai broker per conto della compagnia per il recupero delle franchigie dal cliente/assicurato. Trascriviamo integralmente quanto riscontrato dall’Autorità di Vigilanza .


L’Associazione risponde

Gentile Associato,
In riscontro alla richiesta di chiarimenti di codesta Associazione, pervenuta in data 12/12/2017, relativa all’applicabilità dell’articolo 117 del CAP alle somme riscosse dal broker per conto della compagnia per il recupero delle franchigie dal cliente/assicurato, si rappresenta quanto segue.
L’art.117 del CAP non ricomprende le franchigie tra le somme da far obbligatoriamente confluire nel conto corrente separato dell’intermediario (i premi pagati all’intermediario, le somme destinate ai risarcimenti e i pagamenti dovuti dalle imprese di assicurazione). Ciononostante, considerata la natura delle franchigie quali somme di spettanza delle imprese assicurative corrisposte dall’assicurato per il tramite dell’intermediario, la prospettazione resa da codesta Associazione, secondo cui le somme in questione debbano confluire nel conto separato, si ritiene coerente con la ratio dell’art. 117 del CAP e pertanto condivisibile.

ACB







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UNA VITA DA INTERMEDIARIO - AD USUM DELPHINI Quinta Puntata

Il rapporto tra Giuseppe, un padre titolare di una società di brokeraggio, e Giacomo, il figlio che vuole entrare nell’azienda di famiglia.
Una lettura da consigliarsi a chi vuol dare le necessarie informazioni a elementi nuovi da inserire nella propria struttura e a chi ritiene utile ricordare i passi essenziali dell’attività.


Era una mattinata di sabato e Giacomo entrò in ufficio trovandoci suo padre Giuseppe.

“Sempre al lavoro!” esordì Giacomo

“Fortunatamente anche tu ti ricordi del luogo da cui trae sostentamento la famiglia…” rispose sorridendo Giuseppe

“Visto che dovrebbe essere festa, se tu sei d’accordo vorrei riprovare a fare un po’ di cultura, magari con la c minuscola, sulla storia dell’assicurazione e l’attività delle compagnie. Gli aspetti più tecnici e completi rimandiamoli a un’altra volta”

“Volentieri. E proprio per rimanere in un clima rilassato, ti racconterò una storiellina che, nella sua semplicità, aiuta a capire come sono nate le coperture assicurative”

“Come diceva Tucidide: bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro. Modestamente sulle citazioni storiche non sono secondo a nessuno…”

“L’importante è capirne il vero significato. Ma andiamo avanti con la storiellina”

“D’accordo: presente e attento”

“Bene. Ipotizziamo che tanti, ma tanti anni fa, esistesse un villaggio di 100 capanne tutte uguali. Ricostruire una capanna costava 10 soldi, e ogni anno ne bruciavano 2: ma nessuno aveva tutti e 10 i soldi necessari per ricostruire. Il capo del villaggio ebbe allora una bella pensata: dividere i danni fra tutti i proprietari delle capanne. 2 capanne per 10 soldi a capanna uguale 20 soldi di danno; 20 soldi di danno diviso 100 proprietari di capanna uguale 0,20: ovvero 20 centesimi di soldo per ogni proprietario. Una perdita certa, ma sostenibile per ogni proprietario, a fronte di una perdita incerta, ma di dimensioni insostenibili!”

“Credo che questo sia il principio di mutualità…”

“Esatto. La mutualità consente, a fronte di una piccola perdita certa (il premio), di sostenere l’impatto, futuro e incerto, di un evento insostenibile (il sinistro); e c’è un altro principio essenziale: l’indennizzo del danno non deve comportare arricchimento da parte di chi lo ha subito”

“OK. andiamo avanti”

“Col passare degli anni il capo del villaggio era invecchiato: non riusciva più a gestire da solo tutto il meccanismo che aveva inventato. Così decise di affidare il tutto a un giovane che si occupasse a tempo pieno della gestione del suo progetto. Naturalmente il giovane non campava d’aria e il capo villaggio non poteva mantenerlo da solo; decise allora di applicare al compenso del giovane lo stesso principio ideato per i danni alle capanne, gravando ogni proprietario di un piccolo aumento (diciamo del 10%) del suo contributo: quindi 0,20 soldi era il contributo dovuto per ripagare i danni, 0,02 soldi era quanto dovuto al giovane, per un totale di 0,22 soldi”

“Con un parallelismo con la realtà attuale avevano inventato gli stipendi!”

“Bravissimo: il prezzo che l’Assicuratore deve richiedere per mantenersi sperabilmente in equilibrio tecnico (e che deriva da analisi statistiche dei risultati precedenti) è detto premio puro; gli altri componenti del premio che costituiscono quanto richiesto all’Assicurato sono detti caricamenti”

“Interessante, proseguiamo...”

“Un triste giorno una siccità e un forte vento favorirono il passaggio di un incendio a molte capanne: una vera catastrofe, del tutto imprevedibile … e che fece saltare le statistiche su cui si basava il contributo richiesto ai proprietari di capanne. Ovviamente i soldi disponibili non bastarono, e così si pensò di dividere in proporzione quelli che c’erano fra tutti i danneggiati, col risultato che solo chi aveva qualche risparmio fu in grado di ricostruirsi la capanna. Il villaggio non poteva permettersi un altro rovescio del genere, era necessario inventarsi qualcosa: e questa volta ci pensò il giovane gestore. Non potendo prevedere una catastrofe ogni anno (il contributo richiesto non sarebbe stato sostenibile) si rivolse al più ricco mercante del villaggio proponendogli questo affare: io chiedo ai proprietari di capanne una integrazione che verso nelle tue casse; se bruciano meno di due capanne ti tieni i soldi, ma se ne bruciano di più, la differenza la paghi tu!”

“Questo l’ho capito: è la riassicurazione, cioè l’Assicuratore che a sua volta si assicura”

“Proprio così. Ma le capanne continuavano ad aumentare e il lavoro per il povero giovane gestore era insostenibile: quindi si rivolse al capo del villaggio spiegandogli che i costi erano sempre più elevati, nascevano nuove attività e mancava il tempo per conoscere la loro incidenza sui danni da pagare! Era giunto il momento di privatizzare il giochino perché si autofinanziasse. La cosa si fece, con il controllo e la supervisione da parte del vecchio capo e del consiglio degli anziani, perché la questione era troppo importante per la sopravvivenza del villaggio”

“Bisogna quindi ricordarsi che l’assicurazione è un’attività dai forti contenuti sociali e lo Stato deve occuparsi attivamente della tutela degli Assicurati con Leggi e Decreti appositamente stilati dai legislatori e con una costante attività di vigilanza”

“Certo, ma non finisce qui. Se le capanne erano aumentate, anche la superficie coperta dal villaggio si era ampliata… e altri villaggi volevano entrare nel sistema di sicurezza. Se non voleva perdere il treno di quello che era diventato un business, il nostro giovane gestore doveva darsi una struttura diversa e articolata: in ogni villaggio trovare un amico fidato e istruirlo sul da farsi. E doveva chiedere un po’ di contributo in più ai proprietari delle capanne per poter pagare gli amici fidati, che se avessero convinto altri a contribuire avrebbero attenuto una percentuale sui ricavi””

“Nascono gli Agenti e le provvigioni quale loro retribuzione!”

“Esatto. E poiché i giovani gestori diventarono progressivamente parecchi, era inevitabile che qualcun altro pensasse di mettersi in proprio offrendo gli stessi servizi a prezzi più vantaggiosi (magari un ex dipendente o un ex agente, col fiuto degli affari). E così accadde anche al nostro amico, che fu costretto ad affinare le sue indagini sulle varie tipologie di rischio (semplici abitazioni, case di stregoni, fabbricanti di tamburi, uffici del capo villaggio - quelli che, in seguito, sarebbero stati definiti “enti pubblici” - e molte altre) allo scopo di individuare il premio corretto da richiedere per ciascuna di esse. Allora qualche assicurato saccente cominciò a dar consigli agli altri: questo è meglio di quello … chiedi anche questo … quello è detto meglio, ecc.”

“Non mi dirai che siamo arrivati alla nostra categoria…”

“È proprio la nascita della concorrenza e dei Broker, che infatti possono operare con tutte le Compagnie che accettano la loro collaborazione, comprare polizze per i propri clienti e avere parametri di guadagno che possono essere una frazione del premio che producono (le provvigioni) oppure un importo fisso preconcordato col Cliente (le fees)”

“Devo ammettere che la storiellina è stata divertente e anche istruttiva. Ma passando a una realtà più contemporanea, accennami a qualche principio tutt’ora basilare”

“Credo si possa partire da alcune delle cosiddette leggi assicurative: la legge dei grandi numeri, il principio di mutualità, l’omogeneità dei rischi, l’indipendenza dei rischi, la selezione avversa e il moral hazard”

“Vediamoli uno per uno”

“La definizione della legge dei grandi numeri può essere: dato un evento con probabilità p, se si effettua un elevato numero di prove n, esso si verificherà un numero x di volte tale che la frequenza relativa x/n tenderà ad approssimare p e l’approssimazione aumenterà al crescere di n. Forse stiamo ricadendo troppo nel tecnico ma va detto che su questa base la compagnia assicurativa può stimare con tanto maggiore precisione il manifestarsi di un dato evento (es. sinistro) quanto più ampia è la base statistica su cui è stata costruita la serie storica. Di qui la tendenza delle compagnie assicurative ad aumentare il numero di polizze emesse per categorie omogenee di rischi assicurati e l’opportunità di gestire la sinistrosità per classi omogenee di rischio (i Rami)”

“Anche il principio di mutualità era già presente nella storiellina…”

“Infatti. L’assicurazione è una forma di copertura a “costo parziale”; colui che stipula una polizza di assicurazione entra a far parte di un insieme costituito da più soggetti, tutti assicurati per rischi omogenei. Il valore della prestazione assicurativa corrisponde a una percentuale del capitale accumulato attraverso la corresponsione di specifiche somme (premi) da parte di tutti gli assicurati sulla medesima classe di rischio. E affinché il principio di mutualità possa funzionare e la legge dei grandi numeri trovare applicazione è necessario che i rischi assicurati siano caratterizzati da un grado elevato di omogeneità. L’omogeneità dei rischi assicura l’applicazione della legge dei grandi numeri in termini di probabilità di manifestazione dell’evento avverso. Tale concetto (gestione per classi omogenee di rischio) ha naturalmente impatto sulla gestione del processo di tariffazione”

““E l’indipendenza dei rischi assicurati?”

“L’indipendenza statistica dei rischi assicurati preserva dal rischio di cumulo dei rischi e garantisce un meccanismo di compensazione delle perdite tra i diversi soggetti assicurati. Infatti spesso le polizze assicurative prevedono l’esclusione dei cc.dd. “rischi catastrofali” in quanto caratterizzati da una componente sistematica di manifestazione difficilmente diversificabile. Tutti questi meccanismi funzionano in mercati perfetti, privi cioè di elementi di attrito che distorcono le valutazioni probabilistiche legate al rischio. Ci sono però fenomeni che rientrano nell’ambito delle c.d. asimmetrie informative, quali la selezione avversa e il moral hazard”

“Spiegami meglio…”

“Parliamo di selezione avversa. Abbiamo detto che gli assicurati vengono raggruppati in insiemi caratterizzati da rischio (sinistrosità) omogeneo (in linea teorica); a ciascuna classe di rischio vengono proposte polizze caratterizzate da tariffe specifiche (premi) che si riferiscono a tale rischiosità; all’interno della classe di rischio sono naturalmente presenti soggetti con profili di rischio sia superiori alla media su cui è parametrata la tariffa sia inferiori a tale media: potrà quindi succedere che gli assicurati caratterizzati da profili di rischio effettivi più bassi rispetto alla media riterranno il premio applicato troppo oneroso ed avranno quindi la tendenza a non sottoscrivere le polizze proposte, polizze che verranno invece stipulate prevalentemente dai profili di rischio più elevato; come conseguenza la rischiosità effettiva media del portafoglio polizze per la classe di rischio considerata tenderà ad aumentare, il che nel medio periodo comporterà un incremento nel valore del premio ed una generale inefficienza a livello di sistema”

“E il moral hazard?”

“Spesso il soggetto assicurato, proprio in forza della tranquillità datagli dall’aver sottoscritto la polizza, non pone in essere tutti gli accorgimenti che sarebbero possibili e necessari per ridurre il rischio di manifestazione del sinistro, fino a sfociare in comportamenti fraudolenti. È per questo che le compagnie ricorrono ad accorgimenti quali ad esempio le franchigie per far compartecipare l’assicurato al rischio, le riduzioni tariffarie in presenza di accorgimenti che riducono le possibilità del verificarsi del sinistro (es. installazione antifurto) o la tariffazione bonus/malus con passaggio di classi”

“Aspetti abbastanza difficili…”

“Certamente. E per concludere ricordati sempre che la caratteristica peculiare dell’attività assicurativa è l’inversione del ciclo produttivo. Mentre le imprese industriali sostengono prima i costi e poi, con i processi di produzione e vendita, ottengono i ricavi, le imprese assicurative conseguono, con la stipula delle polizze, prima i ricavi, salvo sostenere successivamente i relativi costi, quali sono p.e. i sinistri. È per questo che la gestione assicurativa è particolarmente delicata e sia sotto l’aspetto assuntivo sia sotto l’aspetto liquidativo deve sottostare a specifici principi, quali la competenza, le riserve premi e sinistri e i parametri di affidabilità relativi sia ai rischi operativi sia ai rischi finanziari. Ma tutto questo è molto lungo e complicato e, in coerenza con le premesse da cui siamo partiti, ne approfondiremo i risvolti in un giorno più lavorativo”

“Grazie mille papà ed arrivederci a presto”

Mario Ferrari ACB







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IL CONCETTO DI REALE ADEGUATEZZA DI UN CONTRATTO
L’adempimento dell’intermediario Vs. le aspettative del cliente

Nel maggio 2006 fece la sua prima comparsa il regolamento ISVAP n. 5, quello relativo all’adeguatezza prevista dall’articolo 52, che amplia e disciplina l’articolo 120, comma 3° del d. lgs. 209/2005, codice delle assicurazioni private, che impone agli intermediari di proporre o consigliare al potenziale cliente…un prodotto “adeguato alle sue esigenze”, che ovviamente sono quelle di carattere assicurativo e quelle legate alla propensione al rischio dell’interessato.


La valutazione circa l’adeguatezza di un prodotto assicurativo può essere svolta in due diversi momenti: ex ante (per proporre il prodotto adeguato) o ex post (per rispondere alla contestazione d’avere proposto un prodotto non adeguato).

Fornire un prodotto non adeguato potrebbe portare all’imputazione di una responsabilità professionale a capo dell’intermediario che, oltre ad incrinare irreparabilmente il rapporto con il proprio cliente, potrebbe avere conseguenti possibili ripercussioni di carattere reputazionale impattanti sul resto della clientela.

Il punto focale, a mio avviso, è che l’intermediario non debba mai sostituirsi al cliente nella scelta dell’opzione assicurativa a lui più confacente; in particolare la componente legata al costo non dovrebbe mai diventare una discriminante in fase di preparazione e presentazione dell’offerta assicurativa al cliente.

La Suprema Corte (Cassazione civile 24 aprile 2015 n. 8412) ha affermato che “il dovere di correttezza, in materia assicurativa, impone all’assicuratore ed ai suoi intermediari od incaricati due precisi obblighi:

  • (a) (…) proporre prodotti assicurativi utili: cioè coerenti con il profilo di rischio (nell’assicurazione danni);
  • (b) mettere il contraente in condizione di compiere una scelta consapevole, e dunque informarlo in modo esaustivo sulle caratteristiche del prodotto, nulla lasciando di occulto”.

Per fare un esempio di carattere pratico relativo alle polizze incendio; un elemento alquanto comune dei contratti assicurativi è la presenza di limiti d’indennizzo - anche importanti- sui fenomeni catastrofali (es. terremoti, alluvioni, sovraccarico neve ecc…) o restrizioni all’indennizzabilità dei danni (es. tempi e oneri di ricostruzione). Qualora il mercato offra delle soluzioni per ovviare alle limitazioni del contratto in essere, è dovere dell’intermediario proporle al cliente il quale deve a sua volta siglare la sua decisione di voler procedere o meno con l’acquisto dell’integrazione.

La stessa osservazione può essere fatta sui contratti di responsabilità civile; in ambito RC Prodotti, ad esempio, dove si può porre un focus particolare sui danni patrimoniali puri. Tale garanzia è molto importante perché tiene indenne l’assicurato da tutte quelle richieste danni che gli vengono fatte dai suoi clienti e/o da terzi per perdite pecuniarie (perdita di quote di mercato, di immagine, fermo di attività) che, in conseguenza di un danno che non abbia coinvolto la garanzia base (danni a cose e/o persone), hanno dovuto sostenere.

Nell’ultimo anno di attività abbiamo riscontrato come, tramite la presentazione di un’offerta modularmente strutturata, fosse possibile incrementare notevolmente la sensibilità assicurativa del cliente, invitandolo a considerare ogni aspetto e ambito di miglioramento dei contratti. Abbiamo riscontrato come, in fase di rinnovi, l’87% degli assicurati abbia effettivamente optato per l’acquisto, con relativo incremento di premio, di almeno una delle garanzie prese in esame dell’offerta. Mentre solo il 13% degli assicurati ha optato per mantenere la polizza come da condizioni in corso.

JK Underwriting è in grado di supportarvi nelle fasi di piazzamento e nella predisposizione vera e propria di offerte formulate in conformità con le disposizioni di legge, ma che soprattutto contengano soluzioni di cessione del rischio 100% per la vostra clientela; il tutto con un occhio di riguardo per l’approccio di natura commerciale e di chiarezza dei contenuti per il fruitore finale, il cliente.

Giulia Camellini (Account Executive)

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Le soluzioni informatiche e gli sviluppi del mercato
GDPR e IDD : una opportunità per riorganizzare i processi interni

La trasformazione digitale nel mondo assicurativo subirà una notevole accelerazione con la creazione di prodotti e servizi sempre più orientati alle esigenze dei clienti. Un elemento determinante di cambiamento è rappresentato dalle soluzioni ICT della cosiddetta terza piattaforma, che si basa su quattro pilastri tecnologici (Mobile, Big Data Analytics, Cloud e Social).


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La terza piattaforma è un ecosistema di risorse e applicazioni, integrate tra loro, che introducono servizi cloud, infrastrutture mobili, big data e social media. Ma la trasformazione non si ferma a questo livello, perché gli acceleratori di innovazione si stanno spostando su elementi ancora più innovativi e performanti. I sistemi robotizzati e di self-driving car, oltre ai droni, trasformano la conoscenza del mondo digitale, in azioni nel mondo fisico. Le interfacce neuronali connettono in modo più semplice e potente la voce, le immagini ed i movimenti touch; imparano, analizzano ed offrono persino suggerimenti. L’Internet delle cose (IoT), come dice la parola, connette tra loro vari elementi: auto, palazzi, attrezzature industriali, strumenti medicali.

Come possiamo immaginare, la quantità di dati elaborata è in continuo aumento e la possibilità di essere attaccati da “virus” sta diventando la quotidianità. Per supportare le innovazioni, sta nascendo una nuova generazione di tecnologie e soluzioni di sicurezza, disegnate per tenere il passo con l’espansione dei dati.

Il mondo assicurativo deve essere proattivo, le Compagnie si stanno dotando di sistemi evoluti che permettono ad esempio, l’acquisto su richiesta di una assicurazione di tipo giornaliero, utilizzando semplicemente il proprio telefono cellulare; oppure offrono prodotti e servizi innovativi e personalizzati, ottenuti dall’incrocio di tantissime informazioni, collegate a sistemi di apprendimento. La gestione automatica dei sinistri tramite App, sta diventando una modalità operativa quotidiana.

Anche le istituzioni sono sensibili all’opportunità nascente, infatti durante l’ultimo Convegno InsurTECH del dicembre 2017, IVASS ha dichiarato “l’innovazione tecnologica non è più, come nel recente passato, un semplice fattore di cambiamento bensì un fattore di cambiamento pervasivo in grado di catalizzare l’intero processo di sviluppo strategico, organizzativo e commerciale delle Compagnie”.

Considerando il dato, come il bene più prezioso per un’azienda, è importante che anche nel mondo assicurativo si riescano a gestire le informazioni in modo semplice e immediato.

L’Associazione SHARE di cui HiT fa parte fin dalla fondazione, avvenuta nel marzo 2016, vede impegnate le maggiori società di software che lavorano all’interno del mondo assicurativo, nel trovare uno standard per facilitare il passaggio dei dati. Il flusso verrà indirizzato dalla Compagnia all’Intermediario e viceversa; oltre che tra l’Intermediario ed il Consumatore. Il tracciato proposto, prende il nome di SSF (Share Standard Format).

Rispetto al nuovo approccio innovativo, come si posizionano i brokers?

La presa di coscienza delle potenzialità che una tale mole di dati impone, è iniziata, anche se ci vorrà tempo perché possa essere completamente assimilata.

La società HiT per agevolare la gestione del flusso dati, ha creato prodotti e servizi collaborativi, che permettono l’integrazione dei processi in conformità al nuovo GDPR e alla nuova Direttiva Europea (IDD).

Al programma Genias, già presente sul mercato, che si pone l’obiettivo di supportare l’intermediario nella gestione del proprio portafoglio, si è aggiunto il programma QuotUp; un preventivatore RCA personalizzato, particolarmente veloce nel reperimento delle informazioni da presentare ai clienti.

Per ulteriori informazioni più approfondite, Vi invitiamo a contattarci attraverso il sito www.genias.org oppure contattando il Dott. Nicola Tonegato al numero 045-6209711.

Maria Teresa Paroli (Amministratore Delegato HIT)





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NEWS IN BREVE

RECLAMI: STATISTICHE IVASS

L’IVASS ha pubblicato i dati sui reclami ricevuti dalle imprese nel 2017.
Le compagnie italiane ed estere hanno ricevuto complessivamente 103.974 reclami, di cui il 48% relativi al ramo RC Auto; il 33,4% agli altri rami danni e il restante 18,6% ai rami vita; con una diminuzione complessiva del 13,7% rispetto al 2016.
I principali motivi di reclamo riguardano la fase di liquidazione dei sinistri RCA e comprendono i tempi di definizione, l’attribuzione della responsabilità e la quantificazione dei danni.

LA BANCAROTTA DI ALPHA INSURANCE A/S

Facendo seguito al comunicato stampa del 5 marzo 2018, IVASS ha informato che in data 8 maggio la Danish Financial Services Authority (DFSA) ha dichiarato il fallimento della compagnia Alpha Insurance A/S, operante in Italia in LPS nel settore cauzioni.

ASSICURAZIONI EUROPEE: STABILE L’ESPOSIZIONE AL RISCHIO

EIOPA ha pubblicato il suo panel dei rischi corrispondente al quarto trimestre del 2017, i risultati mostrano che l’esposizione al rischio del settore assicurativo nell’Unione Europea è rimasta stabile, sospinta dall’evoluzione positiva dell’economia del vecchio continente.

SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULLE POLIZZE VITA

La Sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 10333/2018) che stabilisce come una polizza vita non possa essere considerata tale se sostanzialmente scarica il rischio perfomance sull’assicurato, rischia di creare non pochi grattacapi al settore assicurativo, soprattutto perché potrebbe intervenire in modo critico sulla natura delle polizze vita ramo III (come le unit linked).

AEC
Chubb
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COORDINATORE RESPONSABILE: LUIGI VIGANOTTI

HANNO COLLABORATO:

CHUBB

GIOVANNI MARRA

GIULIA CAMELLINI

GIUSEPPE SGORBATI

LAURA GORLA

LUIGI VIGANOTTI

MARIA TERESA PAROLI

MARIO FERRARI


Bimestrale – Marzo - Aprile 2018 - Numero 2
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