Inquinamento atmosferico: miliardi di nanoparticelle tossiche scoperte negli organi degli abitanti delle aree urbane.

I ricercatori della Lancaster University hanno scoperto grandi quantità di nanoparticelletossiche negli organi degli abitanti delle aree intensamente urbanizzate.

Si tratterebbe di materiali riconosciuti come determinanti nel causare malattie cardiache, che avrebbero “contaminato” il cuore delle persone sottoposte ad una ricerca pubblicata lo scorso giugno sulla rivista Environmental Research.

L’eccesso di questi materiali causerebbe dei danni neurovascolari significativi e rappresenterebbe un grave fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, dimostrando la necessità di intervenire sul controllo dell'inquinamento atmosferico da particolato.

Ma quali sarebbe i risvolti assicurativi?
Sul piano assicurativo, la questione è ovviamente di grande interesse.

Fino a qualche tempo fa, infatti, si considerava l’inquinamento dell’aria – se non causato da uno specifico sversamento – come impossibile da attribuire ad un soggetto particolare; in tal caso, quindi, i danni da esso derivanti non erano considerati risarcibili. 
Recentemente, però, si sono moltiplicati i casi di richieste di risarcimento alle amministrazioni comunali, da parte di cittadini che ritengono la cosa pubblica colpevole per non aver agito con efficienza per contrastare l’inquinamento dell’aria.

Fonte_Società e Rischio_L'informazione per un mondo che cambia_Newsletter 13 del 22 luglio 2019