Presentata l’edizione 2020 dell’Outlook ABI-Cerved sui crediti deteriorati delle imprese italiane che elabora stime e previsioni dei tassi di deterioramento del credito erogato alle società non finanziarie per classe dimensionale, considerando il numero delle posizioni creditizie che nel corso dell’anno vengono classificate come crediti deteriorati in percentuale dello stock di posizioni non deteriorate all’inizio dello stesso anno.

Secondo il rapporto, i tassi di deterioramento, dei prestiti concessi alle imprese italiane, tenderanno a crescere nel 2021, causa Covid, e raggiungeranno un livello intorno al 4% per poi calare nuovamente nel 2022.

Nonostante la crisi, il fisiologico aumento della rischiosità, che interesserà tutte le classi dimensionali, rimane molto inferiore a quanto sperimentato in passato, sia nello scenario base sia in quello peggiorativo. I nuovi crediti in default si manterranno, infatti, su livelli distanti rispetto ai picchi raggiunti nel 2012, con incrementi che interesseranno maggiormente le aziende di piccola e media dimensione e le imprese operanti nell’edilizia e nei servizi.

Anche nel caso di una nuova ondata di contagi in autunno, eventualità in cui il tasso di deterioramento potrebbe innalzarsi fino al 4,6%, la rischiosità del credito rimarrebbe comunque ampiamente al di sotto dei massimi del 2012.

È questa, in estrema sintesi, la fotografia dell’Outlook Abi-Cerved, che stima l’andamento del flusso di crediti deteriorati delle imprese con spaccati a livello di classe dimensionale, settore e area geografica, con previsioni fino al 2022.

Fonte ABI